La Malga Va' Caret

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L'economia montana è sempre stata caratterizzata dall'intenso sfruttamento di tutte le porzioni di territorio disponibili, destinandole all'agricoltura e all'allevamento del bestiame. Nei secoli scorsi, gli esinesi hanno disboscato e dissodato, con fatica, i pendii meno scoscesi e più soleggiati della montagna per destinarli a prati e pascoli.
La tradizione di portare il bestiame all'alpeggio affonda le sue radici nel lontano Medioevo ed è arrivata fino a noi quasi intatta. Ancor oggi, infatti, da giugno a settembre le mandrie di bovini pascolano sulle praterie di alta quota e a sera si ricoverano nei pressi della malga. Questa è una tipica costruzione composta da tre edifici collegati:

  • la stalla per il riparo degli animali feriti o malati; 
  • il "Silter": freddo locale dove il latte viene distribuito in larghe mastelle per facilitare l'affioramento della panna;
  • la "cadera" dove due volte al giorno il latte scremato viene trasformato in formaggi e ricotte. 
Il procedimento è ancora manuale e rinnova quotidianamente gli antichi gesti tramandati di padre in figlio: l'accensione del fuoco per riscaldare il latte, l'aggiunta del caglio per il coagulo del latte, la raccolta della cagliata e la sua sistemazione nelle "fasciere", e poi il secondo riscaldamento per raccogliere la ricotta e trasformarla in "fiurit" che, con il suo sapore inconfondibile e squisito, è il prodotto più tipico delle nostre montagne.

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